MT46: L'investitore di lungo termine
“SE…non si verifica un altro cigno nero nel 2023, SE gli Stati Uniti riusciranno in un atterraggio morbido dell'economia, SE la Federal Reserve smetterà di alzare i tassi mentre l'inflazione si ritira, SE dopo le riaperture della Cina si tornerà ad una crescita stabile, SE l'Europa si metterà la guerra alle spalle e riprenderà un percorso serio di auto-sostenibilità, allora, l'S&P 500 potrebbe essere in grado di ottenere una performance piatta in mezzo a una volatilità ancora elevata.” — me stesso
Le previsioni del lotto
Che anno pazzesco è stato il 2022? Quest’anno appena trascorso non ci siamo fatti mancare niente: guerra, carestie, crisi energetica, recessioni e chi più ne ha più ne metta. I listini azionari hanno chiuso con il segno negativo, mentre il quadro delle super-potenze economiche del mondo veniva riscritto. Nella prima lettera dell’anno ci focalizzeremo su quello che potrebbe essere, cercando di non infierire come ha fatto Dmitry Medvedev con il suo capolavoro previsionale di cui ho parlato nell’ultima lettera. Esistere ancora dopo una pandemia mondiale, ripide discese, salite sensazionali è davvero da eroi. Cercheremo di farlo anche nel 2023, nella speranza che sia benevolo come l’anno appena trascorso dal punto di vista delle performance e meno cattivo sui rischi corsi per ottenere i suddetti risultati.
Stime degli analisti delle principali banche d’affari mondiali dell’indice S&P500 | Fonte Twitter
Buttando un occhio a quello che si vede in giro tra gli analisti delle principali case d’affari, il nuovo anno potrebbe essere quello della riscossa secondo Deutsche Bank e Fundstrat che prevedono una chiusura tra 4,500 e 4,750 dell’indice benchmark mondiale S&P500. I francesi sono più pessimisti: Societe Generale e BNP Paribas scorgono nubi e target rate tra 3,650 e 3,400. Sarà anche l’anno dell’ormai celebre pivot della Federal Reserve, ufficializzeremo la recessione (dura) e continueremo con la partita a scacchi della guerra a discapito del popolo ucraino. Il punto sarà riuscire a capire quanto tutto questo impatterà sui mercati. Approfondiamo.
Dopo un anno negativo
La domanda che tutti si chiederanno è: cosa succede dopo? Nessuno può avere l’arroganza di poter rispondere seriamente a questa domanda. Dentro questa lettera agli investitori spesso ho fornito delle “previsioni” mensili sull’andamento degli indici, delle materie prime, delle principali valute e più in generale sugli asset class globali più rilevanti per avere una visione di lungo periodo e costruirsi uno scenario operativo. L’avventura intrapresa è stata tutto sommato performante nonostante tutti là fuori siano pronti a lanciare critiche. Lavorare con la statistica a proprio favore è il vero “segreto” per sopravvivere nella giungla dei mercati finanziari. Analizzando i singoli rendimenti annuali dell'S&P500 negli ultimi 100 anni, ho riscontrato che, sebbene il -20% circa del rendimento annuale dell'indice appaia storicamente scarso, si tende a vedere un rimbalzo negli anni successivi a cali simili. E’ giusto sottolineare che gli anni con rendimenti negativi tendono a essere seguiti da rendimenti annuali più forti della media generale e che, quanto più i rendimenti negativi sono negativi, tanto più la performance dell'anno successivo tende a essere migliore. Infatti le ultime tre volte che il rendimento annuale dell'S&P500 è stato peggiore di quello di quest'anno, l’indice ha registrato un rendimento superiore al 20% nell'anno successivo.
Rendimento negli ultimi 100 anni dell'S&P500 | The Market Ear
La chiusura dell’S&P500 nel 2022 è stata fatta nell’area dei 3,800 punti di indice: proiettando una prima parte di anno negativa (Q1, in estensione Q2) un -15/20% può essere estremamente probabile. Il sentiment è spostato al ribasso e l’area target è posta tra 3,000 e 2,750 punti di indice. Gli step intermedi per acquistare un ETF (o uno strumento finanziario per il lungo termine) sono 3,500 - 3,300 - 3,100. L’arrivo della recessione, l’allentamento del rialzo dei tassi e vendite strutturali sono nelle corde del mercato almeno nella prima parte dell’anno. Da Luglio in poi credo che si possa giocare un’altra partita con altri market mover e qualche inattesa buona notizia. Mi aspetto un anno positivo ma dentro il trading range di quest’anno con una chiusura superiore ai 3,800 punti. Sarò più specifico passo per passo con un anticipo di un paio di mesi sulla tabella di marcia con l’aiuto dei miei indicatori e dei modelli ciclici su cui imposto la tabella di marcia, ma la strada tracciata che seguirò per i nostri clienti e all’interno delle nostre gestioni è fondamentalmente questa. Positivi ma non troppo.
2022, un anno anomalo
La macchina dei mercati finanziari a volte non va come dovrebbe. Ci sono anni in cui funziona tutto perfettamente: correlazioni, scadenze rispettate, cicli macro-economici e strutture tecniche. Alcuni anni no. Le sollecitazioni esterne e il rapporto causa-effetto che determina l’andamento delle azioni, le fluttuazioni dei portafogli degli investitori a volte devono combattere contro l’imprevedibile. Questo è quello che è successo al “case study” del portafoglio 60/40: negli ultimi 100 anni, il 2022 è stato il peggiore di sempre.
Anche il rapporto CBOE (Chicago Board of Exchange) Put and Call è stato superiore a 2,0 per la prima volta in assoluto nelle ultime settimane del 2022. Alcuni giorni fa mi sono permesso di affrontare questo argomento definendoli “mercati rotti”. Gli interventi estremi della Federal Reserve e il cambio di stance della Banca Centrale Europea hanno completato un quadro già messo sotto pressione dai fattori esogeni precedentemente accennati. Quindi è tutto nero? Assolutamente no! Il 2023 potrebbe essere una delle più grandi opportunità di acquisto di tutti i tempi, soprattutto se consideriamo alcuni settori strategici per i prossimi anni. I venti asiatici di sacra alleanza e del cessate il fuoco tra India e Cina, potrebbero dar vita all’epoca d’oro della produzione navale. I mercati emergenti potrebbero definitivamente fare il salto di qualità da sempre raccontato e mai completato.
Portafoglio 60/40: peggior rendimento YTD degli ultimi 100 anni | BofA
Che cos'è il Put-Call Ratio? — Il put-call ratio è una misura ampiamente utilizzata dagli investitori per valutare l'umore generale di un mercato. Un'opzione "put" è un diritto a vendere un'attività a un prezzo predeterminato. Un'opzione "call" è un diritto a comprare un'attività a un prezzo predeterminato. Se i trader acquistano più put che call, questo segnala un aumento del sentiment ribassista. Se invece acquistano più call che put, significa che vedono un mercato rialzista in arrivo. Quindi: un'opzione put conferisce al trader il diritto di vendere un'attività a un prezzo prestabilito mentre un'opzione call è un diritto di acquistare un'attività a un prezzo prestabilito. I trader che acquistano più put che call indicano un mercato ribassista. Se invece acquistano più call che put, è probabile che si tratti di un mercato rialzista.
Di male in peggio…o forse no?
Dai giorni della grande depressione del 1929 in poi cosa è successo sui mercati finanziari? E’ lecito attendersi momenti bui oppure questi momenti nascondono le migliori opportunità in assoluto? Una domanda a cui nessuno ha una risposta seria e certa da offrire. Quello che posso fare io è portare alla luce alcuni dati molto interessanti, dei pattern ricorrenti quando i giochi si fanno duri e le cose vanno di male in peggio. Cominciamo col dire che spesso dopo un anno negativo segue statisticamente un anno positivo: più è negativo l’anno e più possibilità ci sono che l’anno nuovo sia davvero entusiasmante. Ma perchè questo? Il motivo principale consiste nel fatto che i mercati sono tendenzialmente contrarian. Un detto di borsa molto famoso è quello che “i mercati sono fatti per sorprendere” ma in realtà il motivo risiede nella massa psicologica degli attori che operano sui sottostanti.
I peggiori anni di sempre per il mercato azionario statunitense | Markets & Mayhem
I mercati finanziari regolamentati sono automaticamente bilanciati dalla domanda e dall’offerta. Le uniche manovre di manipolazione vengono fatte dalle casse di compensazione per bilanciare chiusure, aperture e tutti i collaterali collegati ai titoli sottostanti. Il resto è tutto un gioco di equilibrio: più persone investono su un qualcosa più dall’altra parte la richiesta viene assorbita e più il mercato è in equilibrio. I momenti di sbilanciamento avvengono quando le due forze in campo (rialzisti e ribassisti) non hanno interesse ad un dato prezzo ed ecco che il mercato viene sopraffatto da uno dei due contendenti, fino a raggiungere un altro punto di equilibrio. Ecco che dal 1928 in poi dopo degli anni con rendimenti negativi a doppia cifra, sono stati messi a segno sull’S&P500 i più grandi rialzi della storia dei mercati finanziari.
In base al portafoglio 60/40 i rendimenti dal 1928 al 2022 | Charlie Bilello
Quindi il 2023 sarà un anno positivo? Considerando lo scenario circostante, i dati macro che danno un barlume di speranza e altre congiunture esterne, la mia convinzione è che quest’anno potremo vedere una prima parte dell’anno all’insegna della negatività per poi imbroccare la strada per il rialzo, dopo aver scontato tutte le angherie sopra raccontate. Nessuno ha la sfera di cristallo e diffidate da facili previsioni: siamo qui per guadagnare del denaro non per indovinare l’esito del prossimo evento.
Calendario economico della settimana
Il calendario macro della settimana si presenta molto scarico. Inizieremo l’anno in sordina senza particolari spunti, ma ci sono due grandissimi MA. Il primo è rappresentato dall’Indice dei Prezzi al Consumo negli Stati Uniti che verrà rilasciato Giovedì 12 Gennaio ed è atteso ancora in discesa. Il secondo punto di domanda è rappresentato dall’inizio della stagione degli utili che chiuderà ufficialmente il 2022: JP Morgan, Bank of America e Black Rock sono solo alcuni dei dati in uscita.
Dopo il dato del lavoro americano di Venerdì scorso (non farm payrolls), la narrativa macro azionaria conferma che gli Stati Uniti saranno probabilmente in un mercato orso finché la Federal Reserve rimarrà attiva. In realtà il movimento è partito in concomitanza con l’uscita del dato ISM, mentre hanno preso con preoccupazione il dato report sullo stato dell’occupazione americana. Alcuni investitori stanno "guardando attraverso" l'inflazione, ma quelli con orizzonti di investimento più brevi non possono cercare di anticipare le azioni della Fed. Dicasi la stessa cosa per la BCE solo con qualche cartuccia in meno da sparare ma un atteggiamento più prudente che, in questo contesto così mutevole potrebbe essere addirittura una buona notizia. La verità è che non sanno cosa fare, ma a volte non tutti i mali vengono per nuocere: meno cose sai e meno problemi hai.
Al prossimo articolo!